Le rettifiche di saldi puri e spuri nel foglio di lavoro per rendiconto a risorse globali

Definizione: sono definiti saldi compensati quei valori ottenuti da due flussi finanzari tra loro discordanti, uno in entrata e uno in uscita (esempio: acquisto – vendita). Sono poste elementari non correnti, quindi rettifico per individuare i componenti elementari di Fondi e Investimenti, che non emergono dalla VG: esplicita il valore saldo, cioè lo trasforma nei due flussi componenti. Come avviene questo? La rettifica dei saldi compensati avviene in un’unica riga, tramite scrittura di raddoppio, inserendo il valore minore dei due movimenti. Chiudiamo con la logica la somma tra VG e rettifiche.

Saldi puri: i due movimenti sono ambedue movimenti finanziari (prestiti, tfr, fondo manutenzione e riparazioni cicliche, acquisti titoli, vendita titoli, acquisto beni, vendita beni, immobilizzazioni che non hanno ammortamento).

Saldi spuri: un saldo è spuro quando oltre ai due movimenti finanziari, abbiamo uno o più movimenti non finanziari. Se la VG è diversa dal saldo puro abbiamo che il saldo è spurio, quindi dobbiamo trasformarlo in puro eliminando l’elemento che lo sporca e lo rende spurio. Una volta ottenuto che la nuova VG corrisponde al saldo puro, dobbiamo esplicitarle (scrittura di raddoppio col minore dei due flussi e logica di somma). (Immunizzazione senza ammortamento, acquisizione e venita di immunizzazioni).

Posizione Competitiva e relative Strategie Leader di mercato

Ciascuna impresa con quota di mercato più elevata tenta di espandere la domanda complessiva o la quota di mercato cercando al contempo di difenderla tramite una continua innovazione per proteggersi dalle imprese sfidanti (impresa follower che vuole accrescere la propria quota di mercato). Un impresa normalmente può tenere una politica aggressiva mirata ad erodere la quota di mercato dei Leader attraverso un attacco indiretto, sfruttando le lacune e gli errori di questi o diretto, equiparandone gli sforzi economici in termini di prodotti servizi ecc.
Le imprese imitatrici (impresa follower che punta a mantenere stabile lo status quo) hanno bassi investimenti focalizzati a copiare o migliorare i prodotti dell’impresa.
Le imprese di nicchia (impresa che serve piccoli segmenti di mercato trascurati dalla concorrenza) prediligono appunto nicchie redditizie. Con un notevole potenziale di crescita, ma che al contempo che non destino interesse nei concorrenti
Orientamento alla concorrenza: l’impresa dedica la maggior parte del proprio tempo ai controllo delle manovre e della quota di mercato dei concorrenti e cerca di trovare strategie per contrastarle.
Orientamento al cliente: nello sviluppo delle proprie strategie l’impresa si concentra maggiormente sull’andamento della clientela. E’ tuttavia solo tramite un orientamento al mercato quale (clienti + concorrenza) che si può avere una visione completa del panorama economico migliore.

Quali sono i limiti principali nello stato patrimoniale civilistico? (Appunti di economia)

Abbiamo già parlato di cosa sia lo stato parimoniale civilistico e a che cosa serva (in breve ricordiamo che questo schema serve per trovare il capitale di funzionamento della società ed il totale delle attività e passività dell’azienda nel determinato periodo in cui è redatto lo stato patrimoniale) ma non abbiamo ancora citato quali siano i suoi presunti limiti e in che cosa questo schema abbia ricevuto più critiche.

Secondo la visione di alcuni lo stato patrimoniale civilistico non darebbe abbastanza spazio alle attività e passività a breve termine oltre che a quell’insieme di operazioni che vengono svolte da imprese consociate.

Altri difetti dello stato patrimoniale civilistico

Un altro punto spesso contestato è il fatto che lo stato patrimoniale civilistico sia stato scritto fornendo un’importanza troppo elevata a ratei e risconti che occupano una parte molto rilevante dello schema, inoltre per molti è sempre sproporzionato l’insieme dei crediti verso soci.

Altri “difetti” che vengono evidenziati da molte persone nel campo della contabilità sono il fatto di non avere una sotto classificazione finanziaria per i fondi rischi ed oneri; inoltre i debiti non vengono suddivisi per il periodo di tempo di cui si prevede il rimborso ma secondo lo schema di classificazione per natura.

Tutto questo infine scoraggia le analisi di tipo verticale e orizzontale che sono molto comuni nell’analisi di bilancio e possono portare alla costruzione di indici realmente utili all’azienda.

L’importanza dello stato patrimoniale civilistico nella contabilità economica italiana

Che cos’è il documento contabile dello stato patrimoniale e perché è così importante nel bilancio delle aziende italiane?

Lo stato patrimoniale è uno dei documenti fondamentali previsiti dalla legge italiana (vedere l’articolo 2424 del codice civile) ed è necessario al fine di rappresentare in maniera veritiera e corretta la situazione della società presa in esame sia dal punto di vista finanziario che patrimoniale.

All’interno di questo importante documento contabile sono attentamente indicate, secondo il principio classificatorio della natura per quanto riguarda l’attivo e secondo il principio classificatorio della destinazione per quanto riguarda il passivo dello stato patrimoniale, le varie attività, passività ed il patrimomonio netto dell’azienda presa in esame.

Il fine ultimo dello stato patrimoniale è quindi quello di trovare il correlato capitale di funzionamento della società nel dato periodo in cui viene presentato il documento stesso (ricordiamo che il capitale di funzionamento di una società è dato dalla differenza fra attività e passività di un’azienda).

Questo tipo di schema classificatorio redatto nel codice civile e chiamato appunto stato patrimoniale civilistico è utile per trovare e mettere in evidenza gli aggregati parziali.

Per quanto riguarda la forma nello stato patrimoniale civilistico italiano c’è da dire che questa è quella a sezioni contrapposte, rispettivamente attivo e passivo; per saperne di più riguardo ai singoli contenuti presenti all’interno dello stato patrimoniale attivo e passivo possiamo indagare rileggendo i principi dettati dall’OIC.

Cos’è la giacenza media sui conti correnti? Definizione e spiegazione

La giacenza media del conto corrente è la sommatoria delle giacenze giornaliere occorse per ciascun giorno dell’anno solare (che, ricordiamo, parte dal primo di gennaio e finisce il 31 di dicembre) diviso il numero di giorni dell’anno (365).

Si tratterebbe quindi di una normale media ponderata, il cui calcolo manuale potrebbe essere molto lungo per i singoli proprietari di conti correnti (specie per il recupero dei dati) e che spesso viene direttamente fornito dalla banca in cui si opera per mezzo del loro software.

Tramite la giacenza media è possibile per il fisco inquadrare meglio le operazioni svolte nell’anno, costituendo un indice di rilevanza per il controllo dell’evasione fiscale di estrema rapidità e notevole efficacia. Oltre ai controlli, il dato della giacenza media sarebbe richiesto per le verifiche riferite nello stesso anno ai fini di iscrizione nelle varie attività di natura pubblica, come l’università, ed eventuali opportunità ed aiuti riferiti a questi ambiti.

Crediti in sofferenza: definizione riassuntiva

Quando non si abbia la certezza della riscossione di crediti, questi crediti vengono chiamati “crediti in sofferenza”.

Questo tipo di crediti si ha sostanzialmente quando i debitori che abbiano come obbligo quello di ripagare il proprio debito, non ne siano in grado e quindi determino uno stato di insolvenza (e quindi non di ritardo nel pagamento) dei crediti.

Il nome con cui vengono chiamati i crediti in sofferenza in inglese è “bad debts”.