Ad oggi esistono 3 livelli di contrattazione collettiva, ovvero:
- 1) Livello Inferconfederale;
- 2) Livello nazionale di categoria
- 3) Livello decentrato
Il primo livello di accordi è quello confederale, in esso si ha la stipulazione degli accordi da parte delle confederazioni di rappresentanze sindacali e dei datori di lavoro, al fine di sopraggiungere a una disciplina di tipo unitario riguardo a determinati istituti giuridici, quale ad esempio il licenziamento. Si potrebbe riassumere quindi il livello di contrattazione interconfederale come quel livello per cui si vengono a determinare singole discipline per più categorie.
Il livello nazionale di categoria viene stipulato da federazioni nazionali di categoria, in maniera ripetuta nel tempo a intervalli regolari, e vanno a disciplinare in particolare due aspetti: i minimi del trattamento economico normativo che si determinano a livello individuale lavorativo, sia l’insieme dei rapporti e delle relazioni entro i soggetti sindacali.
Infine abbiamo il livello decentrato, che a sua volta può essere diviso in due tipi: territoriale e aziendale; la divisione ad ogni modo non finisce qui in quanto a sua volta il livello decentrato territoriale va a dividersi in regionale e provinciale, mentre il livello aziendale si suddivide in relazione a singola impresa o gruppi di imprese. Gli accordi collettivi a livello decentrato vanno a coprire gli spazi “lasciati in bianco” (ovvero delegati o altrimenti non affrontati) dalle contrattazioni interconfederali e nazionali di categoria. Ad ogni modo è possibile anche che tali accordi possano ricoprire anche alcuni aspetti interni delle aziende di vario genere.
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