Quali sono i limiti principali nello stato patrimoniale civilistico? (Appunti di economia)

Abbiamo già parlato di cosa sia lo stato parimoniale civilistico e a che cosa serva (in breve ricordiamo che questo schema serve per trovare il capitale di funzionamento della società ed il totale delle attività e passività dell’azienda nel determinato periodo in cui è redatto lo stato patrimoniale) ma non abbiamo ancora citato quali siano i suoi presunti limiti e in che cosa questo schema abbia ricevuto più critiche.

Secondo la visione di alcuni lo stato patrimoniale civilistico non darebbe abbastanza spazio alle attività e passività a breve termine oltre che a quell’insieme di operazioni che vengono svolte da imprese consociate.

Altri difetti dello stato patrimoniale civilistico

Un altro punto spesso contestato è il fatto che lo stato patrimoniale civilistico sia stato scritto fornendo un’importanza troppo elevata a ratei e risconti che occupano una parte molto rilevante dello schema, inoltre per molti è sempre sproporzionato l’insieme dei crediti verso soci.

Altri “difetti” che vengono evidenziati da molte persone nel campo della contabilità sono il fatto di non avere una sotto classificazione finanziaria per i fondi rischi ed oneri; inoltre i debiti non vengono suddivisi per il periodo di tempo di cui si prevede il rimborso ma secondo lo schema di classificazione per natura.

Tutto questo infine scoraggia le analisi di tipo verticale e orizzontale che sono molto comuni nell’analisi di bilancio e possono portare alla costruzione di indici realmente utili all’azienda.

L’importanza dello stato patrimoniale civilistico nella contabilità economica italiana

Che cos’è il documento contabile dello stato patrimoniale e perché è così importante nel bilancio delle aziende italiane?

Lo stato patrimoniale è uno dei documenti fondamentali previsiti dalla legge italiana (vedere l’articolo 2424 del codice civile) ed è necessario al fine di rappresentare in maniera veritiera e corretta la situazione della società presa in esame sia dal punto di vista finanziario che patrimoniale.

All’interno di questo importante documento contabile sono attentamente indicate, secondo il principio classificatorio della natura per quanto riguarda l’attivo e secondo il principio classificatorio della destinazione per quanto riguarda il passivo dello stato patrimoniale, le varie attività, passività ed il patrimomonio netto dell’azienda presa in esame.

Il fine ultimo dello stato patrimoniale è quindi quello di trovare il correlato capitale di funzionamento della società nel dato periodo in cui viene presentato il documento stesso (ricordiamo che il capitale di funzionamento di una società è dato dalla differenza fra attività e passività di un’azienda).

Questo tipo di schema classificatorio redatto nel codice civile e chiamato appunto stato patrimoniale civilistico è utile per trovare e mettere in evidenza gli aggregati parziali.

Per quanto riguarda la forma nello stato patrimoniale civilistico italiano c’è da dire che questa è quella a sezioni contrapposte, rispettivamente attivo e passivo; per saperne di più riguardo ai singoli contenuti presenti all’interno dello stato patrimoniale attivo e passivo possiamo indagare rileggendo i principi dettati dall’OIC.